
Il vero gioco di squadra. Io aiuto tè e tu aiuti mè...
di Camilleri “Non c’era più l’asfalto, se l’erano portati via i cingoli dei carri armati e il suolo era letteralmente coperto da frammenti metallici. Pensai che avrei forato almeno un centinaio di volte prima di arrivare. Non forai mai, la bicicletta non subì nessun guasto meccanico. Un miracolo che si ripetè quattro giorni dopo quando rifeci la stessa strada per andare a dire a mia madre che papà era vivo. Ma che splendida bicicletta! Era robustissima e leggera, elegante, funzionale...


Ho aspettato fino a quando i primi sintomi di assideramento mi hanno convinto a ritornare a casa. E dire che anche se stranamente tutto era iniziato al meglio: sveglia alle 7.00 (senza ricorrere all'allarme), ricca e abbondante colazione con briosche appena sfornata accompagnata da un cappuccino fumante. La bici ad attendermi lucente come non mai. Le strade deserte. Le gambe che, inaspettatamente, giravano come non succedeva da tempo e incredibilmente, una longilinea ragazza pronta a scortarmi al punto d'incontro chiaccherandomi maliziosamente.
Cronaca: i ragazzi corrono da navigati (visto le condizini ambientali) professionisti, costantemente nelle prime posizioni sfuggendo agli innevitabili scivoloni di giornata, causati dalle strade sapponetta. La gara prende il giusto indirizzo con la fuga di Viel. Nico difende la maglia che, con il passare dei chilometri, è sempre più imbevuta ed incollata alla sua schiena. All'ultimo chilometro magia del Mago Molteni che, con una volata alla Bontempi, riesce in un gran colpo. Conquista: la decima posizione assoluta, la nona in classifica di tappa e...la seconda in classifica giovani dietro Sir Nico. Nico scivola abbondantemente all'ultima curva estromettendosi dalla classifica di tappa ma si concede la passerella finale lungo il retilineo d'arrivo.
Doppio appuntamento per domani sera in sede.