La scorsa domenica, trascorsa in sella lungo la Valvarrone, rimane per ora una delle più belle scampagnate effettuate da quando vado in bicicletta anche se, tanta gratitudine forse non merita avendomi costretto a scollinare per ultimo, crollato a poce centinaia di metri dal traguardo. Onore ai vincitori: Red, il nonno, Paolo, Airon ed io.
La giornata inizia con sveglia da commilitone, l'appuntamento è fissato tassativo alle 7.15 ad Oggiono, all'apppello manca Graziano (marmotta) che come un'anguilla si sarà rigirato nel letto per tutta mattina (beato lui). Andatura regolare e ben sostenuta fino all'imbocco della Valvarrone, aiutati da un airon-man di Merate, che senza chiedere cambi inizia l'ascesa a buon ritmo. Noi ci coaliziamo e lo lasciamo cuocere piano, piano a 50 metri da noi lungo i primi tredici chilometri. Poi la sua spinta sembra esaurirsi di forza e l'airon-man, un po come Cenerentola, si trasforma in un blocco di ferro insieme all'inseparabile 39x25. Lo risucchiamo e lui come una sanguisuga si accoda. L'ascesa continua a buona andatura: a Parlasco ancora riusciamo a parlarci, a Taceno invece tutto tace.
Il nonno imbronciato e scalpitante decide di accendere i fuochi di fine luglio e a colpi di micette cerca di liberarsi del ferro nemico e di chi lo circonda. Gli resistiamo e gli contraccambiamo il piacere. E' bagarre fino allo scollinamento. Iniziata la discesa giungiamo a Perledo per un rifornimento dove chiedo indicazioni PerLecco ma nessuno sembra conoscerlo. In fondo alla discesa ci rincompattiamo e a ritmo meno allegro imbrocchiamo il colle di Balisio. Il nonno se ne esce dalle tasche con un paio di micette inesplose che riesce ad accendere con le ultime braci residue confondendo l'acqua Norda di Balisio per la Uliveto, l'acqua della salute. Poi con l'uccellino decidiamo di riporre le ali e riaccendere il cronometro che stranamente si era fermato.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento